Mandalari Pino
Negli anni '60 è iscritto all'obbedienza
massonica di Piazza del Gesù nella fazione che faceva capo al Gran Maestro
Ceccherini. Quando nel 1973 i seguaci di Ceccherini si unirono con il Grande Oriente
d'Italia di Palazzo Giustiniani la loggia a cui Mandalari apparteneva rifiutò
inizialmente il trattato di unificazione. Non è chiaro se a causa di ciò Maandalari fu
allontanato dall'obbedienza. Per quasi 25 anni non risulta ufficialmente iscritto a
nessuna loggia ma risulterebbe appartenere a logge coperte e irregolari. Inizia quindi la
collaborazione con Totò Riina e per questo viene arrestato un paio di volte e quindi
rimesso in libertà L'elenco delle società amministrate da lui è lunghissimo: quelle che
fanno capo ai Vernengo, ai Badalamenti, a Giuseppe Giacomo Gambino, ai Greco, a Diego
Madonia e a molti altri boss. Le società amministrate gestivano anche il denaro di alcuni
sequestri di persona dell'Anonima Liggio". Nel '72, Mandalari
era stato in lista col Movimento sociale italiano, insieme al sottosegretario alla Difesa
del governo Berlusconi Guido Lo Porto. Nella massoneria ha il grado 33. Viene arrestato nel dicembre '94. L'accusa
contestatagli è " di aver gestito attività economiche di esponenti di Cosa Nostra
tra i quali Riina Salvatore... avvalendosi anche della solidarietà che il vincolo
massonico comporta". Sono stati accertati collegamenti tra la loggia massonica Iside
di Trapani e la loggia di Palermo, sita in Via Filippo Cordova, il cui sovrano è
Mandalari.