Salvatore Giuliano forma un gruppo di banditi alla fine della seconda guerra mondiale.
La leggenda dice che si fosse dato alla macchia per un furto di due sacchi di farina che fini'in uno scontro a fuoco con i carabinieri.
Nel Settembre 1943 i capi del separatismo siciliano, dopo aver eliminato la componente di sinistra in seno al movimento, si alleano con i banditi di Giuliano, che diventa capo dell'EVIS.
Giuliano mantiene in questo periodo stretti rapporti con il Comando Alleato.
Nell'Aprile '46 rifiuta di deporre le armi nonostante l'accordo intercorso fra i separatisti e lo Stato italiano che concede l'autonomia alla regione Sicilia.
Il primo Maggio 1947, Giuliano a capo dei suoi uomini apre il fuoco, a Portella delle Ginestre, contro i manifestanti che tradizionalmente si ritrovano per festeggiare la festa dei lavoratori. E' una carneficina: 7 morti e 33 feriti. Un lavoro svolto evidentemente per i latifondisti e i servizi segreti americani che lo foraggiano. Nel mese successivo la sua banda distrugge 6 sezioni del PCI.
Nell'Aprile del '48, alla vigilia delle elezioni, con un manifesto, invita a votare DC, che triplichera' poi i voti nelle zone sotto il suo controllo.
Dopo le elezioni pero' Giuliano inizia ad essere scaricato, soprattutto dalla mafia, per questo nel Luglio del '48 uccide uno dei suoi capi: Santo Fleres.
Nel Gennaio 1950 il col. Luca dei carabinieri, tramite la mafia di Monreale, contatta Pisciotta, Luogotenente di Giuliano, e lo convince a tradirlo, infatti il 5/7/1950, Pisciotta uccide Giuliano con 6 colpi di pistola sparati a bruciapelo mentre sta dormendo. I carabinieri tentano di dare una versione dei fatti diversa, Giuliano sarebbe morto in uno scontro a fuoco con i carabinieri che sarebbero riusciti ad intercettarlo.